Cucina antica all’Accademia Barilla: Apico, lo chef degli imperatori

Ciao ragazze! Lo so che oggi non è domenica, ma fremevo dalla voglia di raccontarvi la mia bellissima esperienza all’Academia Barilla! Così sono riuscita a convincere mia sorella a “prestarmi” questo pomeriggio per potervi spiegare in breve di cosa si tratta!


Mercoledì pomeriggio ho infatti avuto l’occasione di partecipare, presso l’Academia Barilla a Parma, all’esclusiva esposizione del “De Re Coquinaria” di Apicio, antico manoscritto, il cui originale è conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma.  Apicio apparteneva alla aristocrazia romana ed era un ricercato e ghiotto gastronomo. Il manoscritto è composto da 468 ricette il cui testo, sintetico quanto basta per far capire il procedimento senza dilungarsi in dosi o in passaggi “superflui”, è scritto in un latino molto antico in quanto è datato attorno al 385 d.C. 
Il testo è la base della cucina romana, infatti, tra le sue pagine si possono trovare ricette, quali: i “saltimbocca alla romana”o “olive all’ascolana”, che siamo soliti trovare nelle nostre tavole come “i grandi classici”.  Tra i  vari ingredienti spesso stravaganti, come “talloni di cammello”,  “carne di ghiro” e “creste di volatili vivi”,  troviamo  111 erbe e spezie differenti , molte delle quali a noi sconosciute. 
Un ingrediente che accomuna un po’ tutte le ricette, poi, è il pepe, lo troviamo, infatti, sia in piatti salati sia in quelli dolci. La spezia da lui utilizzata era diversa da quella che siamo abituati ad adoperare noi, in quanto provenendo dall’India durante il lungo viaggio perdeva parte del suo aroma deciso e piccante a cui noi siamo abituati. 
Dopo la presentazione del libro ci sono stati diversi interventi molto interessati tra cui quello di Gianluigi Zenti, Direttore di Academia Barilla,  di  Domenico Vera, Docente di storia romana presso l’Università degli Studi di Parma,di Barbara Bertoni, Direttore della Casa Editrice Imago, seguito da  Giovanni Ballarini, Presidente Nazionale dell’Academia Italiana della Cucina e  in fine di Andrea Fabbri, Preside del Corso di Scienze dell’Alimentazione all’Università degli Studi di Parma.
A fine giornata poi, lo chef dell’Accademia Barilla Mario Grazia, ha preparato davanti al pubblico alcune ricette rivisitate in chiave moderna,ma rispettando, per quanto possibile, le indicazioni del testo latino di Apicio. Il menù consisteva in una mousse di ceci, uno dei legumi più diffusi nella cucina romana; il pollo alla maniera di Frontino, sapientemente aromatizzato con erbe e infine la Tyropatina, una crema rovesciata di mascarpone e formaggio. Ovviamente una macinata di pepe ha completato tutti e tre i piatti. Alla fine della preparazione è stato possibile assaggiare le tre ricette e constatare la particolarità di questi sapori ormai dimenticati.


Ringrazio il team di ” master Comet” per avermi permesso di assistere a questo grande evento sia in qualità di studentessa di scienze gastronomiche sia come foodblogger! 🙂


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